Italiani e pensione: siamo risparmiatori con scarsa attitudine alla pianificazione
Come si comportano gli Italiani di fronte alla pensione? Sono ben informati? Oppure rincorrono le metodologie di risparmio senza conoscerle a fondo?
Vediamo subito come si comportano i nostri concittadini di fronte ad un argomento così importante e ad un tema incredibilmente caldo.
Facciamo una piccola premessa: le conoscenze del settore sono insufficienti e c’è scarsa pianificazione finanziaria.
L’italiano mediamente affronta in maniera impreparata la previdenza.
A renderlo noto è un recente sondaggio di Moneyfarm.
L’azienda in collaborazione con Progetica, nell’ambito di un progetto di ricerca dedicato alla previdenza in Italia, ha riscontrato questa mancanza del nostro paese.
Assegno minimo di 800 euro: quanto pensano di ricevere gli italiani in pensione
Moneyfarm e Progetica hanno chiesto agli italiani quali e quanti sono i fattori che possono determinare l’importo dell’assegno pensionistico.
Non conoscere o conoscere solo parzialmente questi elementi è infatti un grande fattore di rischio.
Questa scarsa conoscenza potrebbe portare i futuri pensionati italiani a scontrarsi con una dura realtà.
Senza la giusta preparazione potrebbero stupirsi di ricevere un assegno significativamente inferiore alle proprie aspettative.
Italiani in pensione: le statistiche dell’intervista
La maggior parte degli intervistati stima che la propria pensione pubblica andrà da un minimo di 800 euro a un massimo di 3.000 euro.
Solo il 12% stima che ammonterà a 1.200 euro.
Quest’ultimo importo in particolare a oggi, coincide con la pensione media nel nostro Paese ma che, con tutta probabilità, in futuro potrebbe essere solo un miraggio.
Dal sondaggio inoltre emerge che soltanto il 4% conosce tutti i fattori che impattano sull’importo dell’assegno pensionistico.
Tra questi troviamo anzianità contributiva (il numero di anni lavorati), stipendio, aumento della speranza di vita, andamento del PIL e tipo di lavoro.
Venendo ai singoli fattori, più dell’80% degli italiani intervistati prossimi alla pensione conosce l’impatto dello stipendio (80,7%) e dell’anzianità contributiva (81,1%) sugli importi.
Inoltre soltanto 1 su 3 (34,4%) sa che l’aumento della speranza di vita avrà un effetto diretto sull’assegno pensionistico.
Il concetto di per sé sarebbe intuitivo.
Ovvero più cresce la speranza di vita, minore sarà l’importo dell’assegno perché i contributi versati dovranno essere sufficienti per un maggior numero di anni.
Soltanto 1 italiano su 4 (25,6%) sa che anche il PIL avrà un impatto sull’assegno pensionistico.
Al diminuire del PIL nazionale infatti diminuirà l’assegno pensionistico.
Ancora, soltanto 1 su 5 (20,5%) sa che il tipo di lavoro che svolge, e il relativo regime contributivo, avrà un effetto.
Solo il 4% degli italiani intervistati non ancora in pensione è consapevole del fatto che tutti questi fattori avranno un impatto sull’assegno pensionistico.
Riflessioni conclusive
Degno di nota, inoltre, è il fatto che solo 1 persona su 3 (30%) ritiene che i mercati siano un alleato importante per fare un piano di previdenza integrativa, tanto più raccomandabile quanto più tempo manca alla pensione.
Neppure i giovani dimostrano grande consapevolezza su questo punto e si fermano al 31,4% (18-29 anni) e al 35,3% (30-39 anni) come abbiamo spiegato in un articolo precedente.
L’altro nodo da sciogliere per una pianificazione del futuro ottimale riguarda la conoscenza relativa ai fondi pensione e ai piani individuali pensionistici.
Rispettivamente il 55% e il 52% degli intervistati ignorano che TFR e contributo datoriale sono due strumenti fondamentali a supporto di un piano di previdenza integrativa.
Dunque è bene informarsi preventivamente e in caso richiedere consulenze esterne lì dove necessarie
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